In agosto 1945 chiesi il congedo e ritornai al mio paese, un pò addolorato perchè perdevo tanti amici il cui ricordo rimarrà duraturo per tutta la vita.
Capitano Franco Salsilli: sempre propenso a scherzi canzonatori, intelligente e maestro nella direzione del tiro, i suoi dati facevano sempre bersaglio, ufficiale di carriera, sfiduciato abbandona, si laurea ingegnere ed è alla Sacaim, progettista delle più grandi gru che svetteranno per mezza Europa.
Tenente Silvestro Agnelli: superbo combattente di intrepide avventure patriottiche, cordiale e vero amico, dopo un pò è promosso capitano, abbandona, si laurea in ingegneria e con Tosi risana ed abbellisce buona parte della Sicilia.
Sotto Tenente Franco Arvat: segue la carriera militare ed arriva al grado di Generale, altruista, non si tira mai indietro, ha cordialità ed amicizia non comuni, più di una volta, mentre io dormivo sotto la tenda, mi sostituiva volontariamente nei miei turni notturni alla batteria.
Sotto
Tenente Fermo Rizzi: non esiste persona più
pacata, gentile, servizievole, buona e capace di ogni cosa come questo
personaggio, noi lo chiamavamo "Il buono".
Fu per molti anni Presidente del Consorzio Italiano
dell’Aceto Balsamico con sede nazionale a Modena.
Sotto Tenente Ezio Tosi: sempre sorridente, uomo di eterna allegria, paroliere della Canzone dei Fagotti, legato a me da una forte amicizia, seppe in Sicilia, assieme al Silvestro, creare una potente Impresa Edilizia, viva in buona parte d’Italia.
Questi i cinque "Fagotti" che combatterono, assieme al sottoscritto, nella Guerra di Liberazione e dopo 60 anni si ritrovano annualmente per far rivivere la loro amicizia.
Purtroppo Ezio tempo fa scrisse
l’ultima pagina della sua vita e ci lasciò con
sommo nostro dolore.
Conobbi la sua prima moglie, di sfuggita alla stazione di Mestre, morta
nell’incidente aereo di Punta Raisi.
Più stretti vincoli ho con la seconda moglie, la prosperosa
e cordiale Maria Antonietta con due fanali al pettorale che ti
abbagliano anche nella più assolata giornata
d’agosto; spesso la sento per telefono.
Dalla sua principesca villa di Palermo, Ezio mi telefonò
quindici giorni prima della sua morte, sul finire del discorso mi
disse: "Sai Gianni il mio male oramai è all’apice,
volevo solo sentire la tua voce, ora che l’ho sentita posso
andarmene tranquillo, ciao".
Abbassò la cornetta e non lo sentii più.
Andai a Trieste al suo funerale assieme
ad Agnelli e Rizzi.
Mentre sto per chiudere questi miei scritti, il nostro capo, il bravo
capitano Franco Salsilli, all’età di 91 anni ci ha
lasciato con grande dolore per tutti noi compagni
d’arme.
Telefonai alla moglie, eran parecchi anni che non la sentivo e chiesi se ancora si ricordasse del Tenente Moro. Mi rispose: "Certo che mi ricordo di Lei e dei suoi compagni, Franco mi parlava di tutti voi e delle avventure allegre trascorse con quella compagnia che lui aveva battezzato "Fagotti".