Chi ha trascorso tanto tempo in mezzo a disagi, cannonate, notti passate all’addiaccio, letto con materasso di paglia o con una semplice coperta per tanti mesi, stenta ad abituarsi alla vita borghese; deve andar a cercarsi un lavoro consono alle sue capacità, insomma intraprende una nuova vita.
In attesa d’impiego continuo a frequentare a Venezia l’Università Cà Foscari, che avevo tralasciato con la chiamata alle armi. Fatto strano, un anno dopo il mio congedo, vengo richiamato a prestare servizio sotto l’Esercito Italiano ancora una volta. Una cinquantina tra SottoTenenti, Tenenti e Capitani vengono dirottati a Bracciano per un corso di specializzazione con le nuove armi. Cosa c'entro io con le nuove armi che fino a poco tempo prima avevo usato contro i tedeschi? Questo è l’esercito italiano. Per fortuna qualcuno deve essersi accorto che quelle armi le sapevo maneggiare meglio dell’istruttore, vengo assegnato al Corso di Aerologia.
Questa
materia tratta lo studio dei venti non sempre costanti
nell’atmosfera.
L’aerologista lancia un palloncino per aria ed a ogni tanti
secondi un inserviente dà lo stop; un altro, con
l’ausilio di un goniometro, ha seguito il palloncino e allo
stop
legge direzione ed altezza del palloncino e cosi via per parecchie
volte. Con l’introduzione di questi dati su apposite tabelle
si
trova l’andamento del vento alle varie altezze e
così con
delle correzioni il tiro sul bersaglio è più
esatto. Il
mio Gruppo, formato da 3 batterie (12 cannoni) nei primi due mesi di
guerra ha sparato 22.000 colpi, figuriamo se lanciavamo il palloncino
per veder l’andamento del vento.
Si sparava un colpo e
l’ufficiale osservatore
se il colpo era lungo comunicava: «alzo in meno
dieci»
oppure se era a destra: "Direzione in meno 5" e così via;
quando
un colpo cadeva a nord del bersaglio ed un altro colpo, con gli stessi
dati, cadeva a sud, quello era bersaglio e la batteria sparava
una
serie di granate finché una colpiva il bersaglio, altro che
palloncino!
In
questo soggiorno incontro la vecchia fiamma Maria, sia a
Bracciano che a Roma.
Ero alloggiato in una famiglia che aveva un negozio di mercerie nella
città; come commessa aveva un prosperosa fanciulla che alla
domenica mattina veniva a disfarmi
il letto, quando i proprietari andavano al mare a Ladispoli.
Finito il corso a
Bracciano me ne
torno a casa e attraverso una inserzione su un giornale trovo lavoro
all’"Ufficio Accertamenti Agricoli". Il lavoro
consiste
nell’accertare quanto frumento produce un contadino, questi
può trattenere nel suo granaio un quantitativo di prodotto
calcolato sulla consistenza famigliare, il resto è obbligato
a
venderlo al prezzo stabilito per legge, al Consorzio Agrario
Governativo.
Lavoro alquanto difficile e fiscale; è una continua trattazione con l’agricoltore restio alla consegna perchè dal governo percepisce circa cinquemila lire al quintale, al mercato nero più di ventimila. In una ispezione al granaio di un contadino di Resana, paese dove lavoro, la Tributaria trova un quantitativo di frumento che è ritenuto eccessivo. Al processo in Pretura dichiarai che il contadino con una famiglia di sei figli, moglie e genitori il quantitativo di merce che aveva in deposito, a casa, era il quantitativo permesso dalla legge.
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