Ti sei scordato di averne così tanti?
Mio cognato che ha sposato Dora, sorella di mia moglie, ora pensionato,
fu un provetto e diligente tecnico collaudatore di gru ed altri
attrezzi di trasporto.
Uomo sempre pronto ad aiutare il prossimo ed io lo devo ringraziare per questo, nella vita contano i fatti e non le parole.
Ha due figli: Luigi dottore in scienze politiche, e Fernarda capo hostes viaggiante dell’Alpieagles.
Al compimento del mio ottantesimo anno di età Luigi volle dedicarmi una filastrocca di augurio, eccola:
Ti eri scordato di averne così tanti, eh?!
Al poliedrico zio Gianni ho dedicato
Questo scritto che nel cuore mi è sgorgato
Il dieci di agosto del duemila
Quando ha messo ottant’anni tutti in fila
La sua storia è lunga e ricca assai
Raccontarla in breve mai e poi mai
Anche un piccolo episodio tralasciato
Sarebbe un buco esagerato
Dei paterni treni non si è voluto interessare
Metri, teodoliti e squadre ha preferito maneggiare
Era bravo sui banchi della scuola
Ma già allora svolazzava come ape sull’aiuola
Di fiore in fiore volteggiando
Il nettare dell’amore assaporando
Di una certa signorina è stato preso nella trina
Il suo nome? È presto detto: LINA
La guerra l’ha vissuta, combattendo con onore
Mescolando giovinezza, morte e amore
Ma alla notte segue il giorno
a casa infine ha fatto ritorno
Cassino lo ha segnato e sempre lo accompagna
Una roccia è diventato, ma che dico: una montagna
Quell’esperienza dura e infinita
E forse quella che gli da la forza necessaria alla vita
Col rientro nel borgo di Fanzolo
È stato un ribollir di idee nel crogiuolo
La Vespa per le strade d’Europa l’ha portato
Il Pellizzari Calcio nel mondo della pelota l’ha calato
E di Gianni Ras il giornalista
Che oggi si chiamerebbe opinionista
Chi è che non ricorda i giudizi
Intramezzati a lazzi e frizzi
Di cronometri, di tempi, di penalità
È il dio riconosciuto della severità
Si corre il rischio di molto sfigurare
Di cineprese è meglio non parlare
Di automobili potenti
Ha domato i cavalli con i denti
Derapando sull’asfalto
Con lo sguardo fiero ed alto
Del teatro è poi padrone
Tanto che ogni sera riempie le poltrone
Non c’è ruolo che gli sfugga come artista
Ma nulla manca al ruolo di regista
C’è poi un’ultima passione
Di Presepi fare collezione
Di quadri per la casa in quantità
Sono appesi qua e là
Il mondo intiero lo tiene nel taschino
In ogni angolo del globo ha fatto capolino
Dio in cielo e in terra è ubicato
Zio Gianni c’è già stato!
L’infallibile artigliere
È anche nominato Cavaliere
Dalle donne è sempre attratto
Seni e chiappe sono centri di contatto
Nemmeno la famiglia ha lenito
La sua voglia d’infinito
Ha ottanta anni, quattro volte venti
È ancora un metro di misura per le genti
Per noi giovani saccenti
Che credian essere sapienti
Sei un esempio da imitare
Se nella vita a galla vogliam restare
Il suo motto è «ORCA MAEORA CAN»
Ma in caso di bisogno ha sempre il cuore in man
Sempre pronto a intervenire per mediare
Là dove ci sia una questione da sedare
Ora basta, mi son un po stancato
E forse avrò anche un pò scocciato
Ma un augurio ti voglio dedicare
Alla fine di questo mio intercalare
Ti abbracciano e ti augurano di restare sempre così!
Luigi, Pietro, Dora e Fernanda