Non è facile ricordarsi di tutti nella mia vita alquanto movimentata.
Sono trascorsi molti anni ed il ricordo è vivo per quelli recenti ed un pò più labile per quelli del tempo passato.
Nella galleria degli amici sono citati, a vario titolo:
Giorgio Lago, Rodolfo Pellizzari, Piero Morao, Paolo Bottacin, Oreste Stradiotto,
Sergio Favaro, Renato Mazzoccato, Adelmo Bolge, Corrado Furlan, Giorgio Volpato,
Sergio Volpato, Bruno Mazzocato, Angelo Gabrielli, Luigi Isolato, Bruno Gatto,
Giorgio Marin, Nino Tosato, Manuela Tonetto, Marinella Lombardi, Ivo Gritti,
Lino Penzin, Antonio Piva, Gianni Costa, Bruno Graziotto, Gastone Pinarello,
Moreno Saran, Sante Zorzan, Maurizio Alberton, Aldo Caratti ,Francesco Favales,
Sandrina Dalla Zanna, Fanny Sponti, Renato Zardini, Piero Targhetta, Mario Bianco,
Ivano Ferello la numerosa schiera di amici Vedelaghesi che mi è impossibile citare tutti,
Mario Burci, Gino Marin, Livio Vendramini, e i defunti Bruno Barichello e Piero Ubaldi,
i cinque che furono i testimoni nel mio matrimonio, e Antonio Vendramini con il fratello Livio Neno Ceron ora in Australia, Bepi e Giancarlo Caspon, Lino Boldrin, Bill Clinton e Papa Giovanni Paolo I.
A Papa Giovanni Paolo I spetta di diritto l'apertura di questo capitolo.
PAPA GIOVANNI PAOLO I
C’era un consistente appezzamento di terreno, in quel di Caselle d’Altivole, provincia di Treviso, condotto in affitto da un contadino mio cliente che aveva intenzione all’acquisto di detto immobile.
Recatomi al Patriarcato di Venezia, proprietario del terreno, riuscii a chiedere la contrattazione ed un giorno, perfezionato l’accordo, condussi l’acquirente per la firma dell’atto di compravendita al Patriarcato, in una via che costeggia la Basilica di Piazza S. Marco.
Per un intoppo il notaio rogante arrivò con circa un’ora di ritardo.
Il patriarca don Albino Luciani, che doveva firmare l’atto, gentilmente m’invitò nel suo studio e così dialogai con questo illustre personaggio, di somma umiltà, gentilezza e straordinaria cultura, che mi istruì su come comportarsi con i giovani, quando seppe che ero presidente di una squadra di calcio con circa 150 calciatori e che durante l’anno formavano nove squadre militanti nel campionato calcistico italiano.
Dopo tre mesi esplosi in un grido di gioia quando seppi che questo insigne personaggio era stato eletto il massimo Capo della Cristianità con il nome di Papa Giovanni Paolo I.
Piansi, dopo un mese quando seppi della sua morte per un improvviso attacco di cuore.
Mi sento onorato e ringrazio il Signore di avermi concesso quell’ora di colloquio, con il Santo Padre.