Architetto, suo padre Elvio, impiegato al Catasto Terreni di Treviso, nelle ore libere mi aiutava nel mio lavoro e cosi la sua famiglia fu nostra amica.
Qualche volta veniva a trovarmi a Fanzolo e mi rimane sempre impresso il suo sbocconcellare i gialli limoni che mia mamma coltivava.
Quando purtroppo venne a mancare ancora giovane, suo figlio Aldo, fresco Architetto, continuò il lavoro del padre ma con più intensità soprattutto per il suo grado di cultura e da quasi trent’anni è mio diligente compagno di lavoro.
Lo considero come un figlio e sono felice che il buon Dio mi abbia fatto incontrare una simile persona. Sposato con Antonella ha un figlio Leonardo che da piccolo scherzando gli dicevo: «Fammi ciao» e lui essendo di pochi mesi mi guardava ma non faceva il saluto. Io gli dicevo: «Cuco» Questa parola - Cuco - gli restò impressa tanto, che più grandicello, allo squillo del telefono diceva al papà: «Cuco» per indicargli la persona che telefonava: morale della favola io non sono per lui Gianni ma Cuco.
Che abbia intuito il mio grado di cultura? Ma!