Allenatore a 18 anni nel 1961 della squadra del Vedelago.
Essendo in quel periodo giocatore del Cittadella allenava la squadra nei giorni feriali, ma non poteva condurre la squadra in campo per le domenicali partite. Tale incombenza spettava allora al sottoscritto o a Piero Morao; questo durò: per due anni periodo in cui Paolo fu al Cittadella, per altri due anni che militò nel Giorgione e per il periodo della sua leva militare.
Nel campionato 1963/64 allenatore fu Leonida Coghetto, mentre in quello 1964/1965 fu Tarcisio Toniolo. Dopo, fino al 1985, Paolo poté dedicare tutta la sua bravura nell’allenamento del Vedelago e portare questa compagine dalla 3ª Categoria alla Promozione di Eccellenza. Con vari esami riuscì ad avere la Tessera di Allenatore della Serie A.
Dopo il 1985, allenò altre squadre fino ad arrivare al Cittadella dell’amico Angelo Gabrielli e portare questa squadra, nel periodo 1987/91 dalla Serie D alla C2. Nel 1996/97 viene chiamato ad allenare la Rappresentativa Triveneta Interregionale. Nel 2000 fino al 2005 fu Direttore Sportivo del Belluno. Paolo persona educata, intelligente, conoscitore del gioco del calcio, rispettoso verso qualsiasi giocatore, non ha mai avuto uno screzio nè con arbitri, dirigenti avversari o giocatori.
Traccio uno scritto dal libro, "Cinquant’anni di Sport a Vedelago": "Paolo rimase sempre fedele al Vedelago nonostante parecchie offerte, innanzitutto per un impegno di coscienza e poi anche per istinto. Lasciando poi quasi contemporaneamente all’uscita di scena di Rodolfo Pellizzari e del presidente geometra Gianni Moro. Paolo ha convissuto con almeno un paio di generazioni di giocatori, cercando innanzitutto il dialogo, responsabilizzando tutto e tutti, infondendo sicurezza e convinzione nei propri mezzi, ma anche rispetto, professionalità, impegno e dedizione. Tutte doti e pregi che ha saputo trasmettere, lasciando un ricordo indelebile.
In fondo, Bottacin e il Calcio Vedelago erano la stessa cosa