Detto «Toni Cavarer» simpatico agricoltore che con il lavoro, coadiuvato dalla moglie, riuscì a farsi un discreto capitale e vivere in pace una quieta vecchiaia.
Nessuno immaginerà che giornate gioiose ed allegre trascorsi con questo personaggio, sempre sorridente e loquace, amico di tutti, presente a tutti i Raduni di Moto Club nel Veneto, con la sua potente moto.
A volte andavamo in gruppo a svegliarlo a notte
inoltrata, e lui per nulla contrariato pronto entrava nel vivo della
nottata con vino, pane e «sopressa», il tutto preparato
dalla sua brava moglie Lina.
Aveva una fiorente nipote che abitava nella sua casa al piano terra, io
andavo a batterle il balcone e versavo un secchio d’acqua sul
davanzale della finestra per obbligarla alla festa; lei non
acconsentiva e mi gridava dalla stanza "Va via mato de Moro lasceme
dormir, co l’acqua... va a lavarte... i pesi olimpici".