Luciano, con la testa immersa nel giornale, sogghignava contento della sua malefatta. Dopo un pò noi quattro eravamo ai bordi della piscina dell’Hotel e Luciano ci racconta il fatto, ridemmo e come al solito qualificammo Luciano burlone a non finire... Lui orgoglioso rideva... rideva nel suo modo caratteristico emettendo un suono particolare per dar maggior gioia all’operato delle sue imprese burlesche facendo traballare il suo grosso ventre.
Ad un tratto Luciano bisbiglia:... «Vardé el sior de-a scarpa, vardé»... e ci indica un signore, sulla settantina distinto, con a braccetto la moglie che passeggiano per il giardino. La coppia ammira la bellezza dell’Hotel, le sue forme, la piscina, i fiori, il gioco delle bocce e così via. Quando sono a pochi passi da noi Luciano sottovoce dice: «Vardé... vardé... tosi... come che i varda da par tuto... forse... i varda... par... veder... se... i... trova che altro calseto... par far un paro... giusto». Noi scoppiamo in un’altra sonora risata.
In
questo soggiorno la Polymer organizza parecchi giochi.
Rodolfo si classifica primo nel gioco delle carte a coppie, primo nel singolo a
boccie e secondo nelle bocce a coppie, la squadra di Gianni, Luciano,
Rodolfo e Piero vince due coppe nella caccia al tesoro, gioco di
bravura per ricerche e quiz vari.
Nel tirare le somme portiamo a casa
cinque coppe. Nessuna altra squadra riesce a far più di noi
quattro e siamo i beniamini di tutta la Polymer. L’ultima
sera grande gala con premiazioni ed evviva per tutti.
Montecatini a
quel tempo era una città più movimentata dei
tempi attuali, funzionava il Cabaret
«Gambrinus»
dove alla sera nella piazzetta antistante, seduti, consumando una
bibita, si ascoltava canzoni cantate dai popolari divi della musica di
quel tempo e le diavolerie dei cabarettisti più famosi;
faceva da scenario un colonnato portico che cingeva su tre lati la
piazzetta teatro del Gambrinus, zeppo di ascoltarori entusiasti. Finito
lo spettacolo, con Rodolfo andavo all’entrata del
Caffè e il nostro fotografo di Montecatini Terme, al
seguito, immortalava la nostra immagine coi vari attori... Wilma De
Angelis... Carletto Daporto... Nini Rosso e Alighiero
Noschese.
Quest’ultimo dopo lo spettacolo, era impossibile avvicinarlo, per il cordone di polizia che impediva l’accesso al suo camerino. M’inventai una diavoleria per poter avere un contatto personale con questa celebrità, alla fine dello spettacolo, mi presento al comandante di polizia e mi qualifico «Ingegnere Gianni Moro - dirigente della Montecatini», adducendo un incontro programmato con l’attore... il comandante, premuroso, ci lascia passare e noi entriamo nel camerino sempre con al seguito il nostro fotografo.
Dopo strette di mano, i soliti convenevoli, chiediamo se gentilmente il personaggio intervistato ci concede una foto in sua compagnia. Noschese gentilmente acconsente e vuole offrirci una bottiglia di Spumante, rifiutiamo e con una calorosa stretta di mano lo salutiamo con i ringraziamenti per la sua cortesia. Il giorno dopo lo vediamo salire in macchina mentre sta per lasciare Montecatini, lo salutiamo,... al di là della strada con la mano,... e... quella fu l’ultima volta che lo vedemmo,... poco tempo dopo si... suicidò.
A casa, alla ferale notizia dissi a
Rodolfo: "Cosa vuoi più di così, Rodolfo, sei
famoso dopo tutti questi incontri fatti a Montecatini, specialmente ora
che hai stretto la mano e dialogato con simile personaggio del teatro e
della televisione italiana... poco prima della
tragedia».
Rodolfo abbassò il capo e mestamente pronunciò:
«Avrei preferito non avergli stretto la mano e non aver
dialogato con lui ma continuare a vederlo semplicemente attraverso lo
schermo televisivo,... purtroppo la vita è fatta anche di
questo e ci riserva sempre delle sorprese».
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